venerdì 20 maggio 2016

Sposi x sempre

Sta per piovere, ma devo andare a fare spesa. Poi passo dai piccoli. La signorina è oramai ai quattro mesi. Sorride appena incrocia altrui occhi, le vengono le fossette alle guance, come la mamma, come me, come mia mamma. Gli altri due domani hanno il saggio di musica. Che meraviglia! Tre e cinque anni, stanno imparando la vita al meglio. Uno suonerà il triangolo e l’altro i legnetti. Vorrebbero farmi fermare a pranzo (è ora di cena, ma per loro è sempre pranzo), come sempre. Chissà se lo fanno con tutti. No, forse hanno capito che ceno solo. Prima o poi chiederanno qualcosa, qui da me vedono le foto della nonna, c’è un’anomalia rispetto agli altri nonni…

Esco di corsa che sta temporaleggiando. Un maggio anomalo (ma da quanti decenni oramai?). Mi viene di cantare De Andrè sotto la pioggia battente: “Anche se il nostro maggio ha fatto a meno del vostro coraggio, se la paura…”. Qui ci sta la mia gioventù, in pieno.

A casa cucino, cosce di pollo con patate, in umido. Cerco su youtube questa canzone che ancora mi suona dentro. Poi scorrono altri De Andrè. Troppi ricordi. Ero davvero giovane, in camera oscura da un amico tentavamo di stampare foto in bianco e nero ed ascoltavamo Dè Andrè su cassette. Chi le ricorda? Quelle cose che ti restano nel sangue, i ricordi degli anni giovani. La vita eccola, un soffio veloce. Sono contento di esserci e soprattutto di questa consapevolezza. Certo, è figlia del sangue. Ma onesta, vera, e assolutamente non interscambiabile con qualunque altra esistenza.

Di recente sono andato a Verona, ci stava l’incontro periodico della Fraternità Sposi per sempre. Appuntamento alle 17,30 all’ingresso della stazione di Porta Nuova. Stranamente, non vedo nessuno. Lancio un messaggio sul gruppo whatsapp, ma tutto tace. Chiamo Stefania. Mi dice che sta or ora uscendo dal lavoro. “Ahhhh e quando arrivi, domani?” “Domani? Ma è la settimana prossima!” 

Insomma, sono arrivato una settimana prima. Sono figlio della romanità, e per decenni il ritardo mi era norma (a Roma era (è?) quasi impossibile arrivare puntuali agli appuntamenti)! In questi anni ultimi ho imparato ad arrivare persino in anticipo. Ma una settimana prima è davvero troppo.

Non sapevo se piangere o ridere. Alla fine ho riso. Davvero: ci sta di molto peggio. Anche se i miei neuroni (e non solo, temo) avrebbero forse necessità di una qualche massiccia manutenzione.
Ero propenso a non rifare il viaggio a distanza di una settimana. Ma ho dovuto confrontarmi prima con Rosa, poi con Stefania: impossibile dire di no.
Son tornato, ed ho fatto più che bene. Un pezzo di Chiesa giovane e bello. Un mondo nuovo che nasce, un cuore pulsante per la Chiesa e per il Vangelo. Nel vivere questa follia dello “sposi per sempre”, dentro il progetto più ampio di don Renzo Bonetti “Mistero grande(Per questo l’uomo lascerà il padre e la madre e si unirà alla moglie e i due diventeranno una sola carne. Questo mistero è grande: lo dico in riferimento a Cristo e alla Chiesa! Ef 5, 31-32).

A proposito: per chi vive nella fedeltà il suo matrimonio seppur senza reciprocità - mancando l’altra metà del cielo - in agosto a Foligno ci sarà un convegno di quattro giorni basato su “Amoris Laetitia, 242: Testimoni della fedeltà matrimoniale”.

Qui piove, piove. Notte fonda, oramai. Faber è qui con me ancora, sta cantando tutto il suo repertorio. Grazie. Grazie a lui e a tutti gli uomini che riescono a toccare - e a trasmettere - il Cielo magari senza saperlo. Grazie.

(Foto mia, maggio 2016, san Giovanni Paolo II: "Il futuro dell’umanità dipende dalla famiglia")