sabato 24 settembre 2016

Ho cura


È buffo, molto buffo, ritrovarsi in una sconfinata solitudine dopo decenni che stai solo.
È buffo, molto buffo, tornare qui all’eremo e udire un silenzio agghiacciante, che sa di eterno. Un silenzio calmo, fermo e pur turbinante.
È buffo, molto buffo, la notte ennesima che avanza e sentire di stare solo nell’universo e avere con sé, non visibili ma tangibili, ben cinque ineffabili Realtà. Le più!
È buffo, proprio buffo, sentire il primo vento del nord di nuovo, amato, incuneato nella stretta ripida via in cui hai lasciato il cuore. E udire la nostalgia a mille.
E buffo, proprio buffo, sentirsi chiedere da un vicino della ex casa: “ma adesso fai il turista”? 
È buffo, proprio buffo, casualmente accompagnare due amiche a visitare un santuario di Maria proprio il giorno che i destini paiono compiersi.
È buffo, davvero buffo, aver bisogno di piangere forse, e riuscire solo a ridere e sorridere.
È buffo, davvero buffo, riprendere qui a pubblicare, dopo mesi di blocco, per via del vento, del sangue, dell’autunno incipiente.
È buffo, troppo buffo, alla mia età cominciare a capire di non aver capito nulla. Finalmente, di nuovo, si ricomincia.
È bello, molto bello, ricevere telefonate, sms, messaggi whatsapp che ti dicono presenze con te e nei tuoi paraggi nei momenti clou.
È incredibile, quasi impossibile, rendersi conto che cose chieste da bambino si realizzano, per quanto in termini e modi inimmaginabili.
È sorprendente ricevere insulti e calunnie per cose in cui non c’entri, e che nascono da equivoci nella migliore delle ipotesi, e continuare a sorridere ed amare ed andare oltre.

Ho rivisto un amico, carissimo. Mi ha confidato alcune cose di sé, importanti. Mi ha detto, anche, di quanto apprezza quei pochi che hanno cura delle piccole cose (e solo i grandi sanno avere occhi per il piccolo).
I care, diceva don Lorenzo Milani. Ho cura: il contrario del “menefrego”.
Dal cuore, sempre, nasce tutto, e al cuore torna. Pure queste centinaia di amici che ho, sparsi ovunque, e con cui circola sangue vero.
Aiutaci Padre ad avere cura, ad essere I CARE, e a non sapere i menefrego…

(foto mia, Umbria 2016)

3 commenti:

  1. Buona domenica, Paolo!
    La tua vigilanza ti fa vedere "di più".
    Grazie per questa pagina di sacra poesia.
    Tanino

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  2. Sì, era da tempo che attendevo di leggerti di nuovo, anche se rilleggerti ogni volta è sempre un'esperienza di nuovo.
    E' molto ricco questo tuo post, l'intensità di sentimenti e di anima certo non ti è intimamente estranea, ma anzi dona particolari rifrazioni all'esterno delle tue luci interiori. Dopo averti letto e intuito tutto il "sangue versato" sia per i dolori sia per le bellezze vissuti, mi è nata dentro come una piccola illuminazione, una risposta, senza alcuna presunzione, alle tue innumerevoli "dchiarazioni d'amore": l'ascolto. Per vivere ciò che tu narri e per viverlo più profondamente, occorre tornare ad un autentico ascolto, delle persone e delle cose, solo così siaremo capaci di tornare nudi alla terra.

    Grazie, Paolone,

    Un abbraccio

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  3. I tuo pensieri sono il tuoi I CARE per noi.
    ...e grazie

    Massimiliano

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